lunedì 26 novembre 2007

HERA - SCADUTA LA V.I.A.


IL CLAN-DESTINO PRESENTA
UN ESPOSTO IN PROCURA E UNA DENUNCIA IN COMUNE


L’Associazione Clan-Destino ha presentato un esposto in Procura, dopo aver appreso, martedì 20 novembre 2007 dagli organi di stampa, che Hera non ha richiesto nei tempi dovuti la proroga della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e che l'Amministrazione Provinciale, con delibera di giunta del 5/11/2007, ha dichiarato giuridicamente impossibile concedere la proroga per prolungare la validità della VIA che normalmente è di tre anni.

Entro questo lasso di tempo il proponente il progetto è tenuto a finire i lavori di costruzione o a richiedere la proroga per poter continuare ad avere diritto a costruire, poiché, come si è letto sui giornali, la decadenza della VIA comporta la decadenza anche degli atti autorizzativi successivi e quindi anche dell’autorizzazione alla costruzione.

L’esposto che è stato presentato è volto a fare chiarezza sulla questione, chiedendo alla Magistratura di predisporre opportune indagini onde procedere a carico dei responsabili qualora risultassero sussistenti ipotesi di reato, in quanto, stando ai fatti emersi, sembra che Hera stia continuando i lavori di costruzione del nuovo inceneritore, probabilmente senza autorizzazione.

Ovviamente saranno gli avvocati e i fori competenti a dirimere la questione, ma l’Associazione Clan-Destino ha voluto presentare questo esposto per proseguire nel suo impegno di controllo e di contestazione alla costruzione del 3° inceneritore forlivese.

Costruzione da noi sempre ritenuta inutile, in quanto assertori che gli obiettivi prioritari della politica di gestione dei rifiuti dovevano essere il raggiungimento di almeno il 50% di raccolta differenziata, attraverso il collaudato e premiante sistema Porta a Porta, la riduzione della produzione dei rifiuti e il riciclo (proposte fatte attraverso la raccolta di 17.261 firme presentate nel novembre 2005).

Vorremmo ricordare che la Provincia di Forlì-Cesena avrebbe in mano per la quarta volta la possibilità di bloccare un non affatto necessario aumento di potenzialità di uno degli inceneritori presenti sul territorio di Forlì.

La prima volta fu nel 2004 durante la procedura di VIA di questo stesso inceneritore per rifiuti solidi urbani di Hera, in cui inizialmente i tecnici della Provincia furono giustamente severi, prescrivendo che il nuovo inceneritore non avesse emissioni al camino superiori a quelle dell’attuale impianto (vedi rapporto Conferenza di Servizi 26/07/04). In questo modo avrebbero rispettato il fatto di aver dichiarato il Comune di Forlì zona ad elevato rischio sanitario e ambientale per l’eccesso di inquinamento, quindi zona in cui non poteva essere aggiunto nessun nuovo inquinante.

Invece, poi, la Provincia, dopo che Hera dichiarò che non le era possibile rispettare tale imposizione, non chiedendo più come parametro di riferimento le emissioni a camino, ma quelle a terra, si disallineò dai pareri del Comune e dell’USL, impedendo un parere negativo alla VIA con 3 voti contrari a 2, e permettendo che, attraverso un voto politico e non tecnico, venisse invece concesso parere positivo.

La seconda opportunità capitò pochi giorni dopo, quando in occasione dello scandalo “Fangopoli” chiedemmo al Comune e alla Provincia di sospendere, invocando il regime di autotutela, tutte le autorizzazioni fino a quel momento accordate agli ampliamenti degli inceneritori forlivesi, in quanto vari tecnici e dirigenti preposti alla concessione di tali autorizzazioni erano stati appena iscritti nel registro degli indagati, e alcune di loro lo sono tuttora, dal momento che quest’inchiesta sta proseguendo il suo iter proprio in questi giorni.

La terza occasione perduta è quella riguardante l’inceneritore di Mengozzi per rifiuti speciali ospedalieri. In questo caso siamo di fronte addirittura ad una situazione ancor più strabiliante: pur in presenza di un ricorso al TAR vinto contro l’autorizzazione al raddoppio di potenzialità dell’inceneritore di Mengozzi, la Provincia ha deciso di utilizzare politicamente una forzatura interpretativa ed evitare così di rifare la VIA, come invece avrebbero voluto la logica e la sentenza.

In questo caso vedremo se, una volta appurate le eventuali inadempienze di Hera, la Provincia procederà con rigore ed equità.

Contestualmente all’esposto è stata depositata in Comune, e per conoscenza in Procura, anche una denuncia all’autorità competente per sospetto abuso edilizio meritevole del dovuto accertamento di legge in quanto i lavori sono sempre proceduti a pieno regime.

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